Rappresenta l’1-2% dei tumori del maschio con la frequenza di 1-2 casi ogni 100,000 uomini. Tale patologia sino a 40-50 anni fa era causa di un’alta mortalità.
L’introduzione di nuovi regimi chemioterapici ivi incluso il cisplatino e di più corrette tecniche chirurgiche ha portato ad una sopravvivenza del 90% ed oltre dei pazienti.
Si riscontra in qualsiasi fascia di età ma soprattutto tra la 2^ e la 4^ decade e colpisce più frequentemente la razza bianca.
Le cause predisponenti sembrano essere:
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il criptorchidismo o ritenzione testicolare in sede diversa da quella naturale dello scroto;
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l’atrofia testicolare;
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il trauma del testicolo, anche se questo può rappresentare causa di diagnosi occasionale del tumore testicolare;
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l’assunzione di estrogeni ed estroprogestinici in gravidanza da parte della madre.
I segni obiettivi del tumore del testicolo sono dati dall’aumento volumetrici indolore e senza febbre del testicolo che assume una consistenza dura, talvolta lignea e bernoccoluta con epididimo e deferente normali, se non in casi di orchiepididimite contemporaneo.
La diagnosi viene effettuata attraverso esami di laboratorio ed ecografici.
Anche in questo caso è importante la diagnosi precoce, ai fini della sopravvivenza.
Mediante l’autopalpazione dei testis, a cadenza mensile o trimestrale, durante la doccia o altro, ed il riferire al proprio medico curante o allo specialista urologo qualsiasi variazione si apprezzi a carico dei testicoli, si potrà permettere una diagnosi precoce e, successivamente, l’eradicazione tempestiva e completa della malattia.
Dott. Carlo Andrisani